editorial
Stimata cliente, Stimato cliente,
se fate parte della comunità dei 50+ le prossime righe vi faranno senz’altro sorridere, perché saprete a cosa mi riferisco. Le generazioni Y e Z, per contro, stenteranno a crederci. Eppure è proprio così. Prima dell’introduzione del leggendario Natel (Nationales Autotelefonnetz – rete di telefonia mobile per veicoli) in Svizzera negli anni Settanta, c‘erano soltanto due possibilità per telefonare. Ossia dalla rete fissa che, in casa stava per lo più in salotto o su un comò del disimpegno, o dalle cabine telefoniche, che ormai hanno quasi lo stesso fascino vintage delle loro sorelle londinesi, famose in tutto il mondo. I giovani che desideravano fare una telefonata lontani dalle orecchie indiscrete dei genitori correvano, a un‘ora prestabilita, a una cabina telefonica per scambiare parole dolci con l‘amato o l‘amata. In quelle occasioni capitava spesso che si formassero lunghe file di attesa davanti alle cabine in questione, perché tutti cercavano di sfruttare al massimo i minuti a disposizione, dilungandosi il più possibile, finché non finivano le monete. Ovviamente ai tempi sapevamo a memoria tutti i numeri telefonici dei familiari, degli amici o dei vicini e riuscivamo a richiamarli alla mente in frazioni di secondo. Lo stesso valeva per le date importanti come i compleanni.Oggi è già quasi un miracolo ricordarsi il proprio numero telefonico o la targa dell’auto. Grazie agli smartphone possiamo memorizzare elettronicamente ogni minimo dettaglio. Naturalmente tutto ciò ha i suoi vantaggi, perché non è richiesto il minimo sforzo e la capacità di questi dispositivi di immagazzinare dati è enorme. Tuttavia, alleniamo sempre meno la nostra memoria. Ora, non dobbiamo ricordarci necessariamente tutti i numeri di telefono. Esistono anche tanti modi nuovi per mantenere in forma il nostro cervello e, nel contempo, potenziarlo, nonostante il diluvio digitale quotidiano. Per saperne di più vi consiglio l‘articolo «Come nascono i ricordi» a pagina 62. Una tematica avvincente.Ma soffermiamoci ancora un istante sulla preistoria del telefono. La coda alle cabine aveva anche un suo perché, nell‘attesa si poteva chiacchierare con i compagni di sventura e fare nuove conoscenze!
Vi auguro una piacevole lettura.
Alessandro Seralvo